MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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FORMAZIONE
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-18Cgil: "Oltre 1,7 milioni di domande di disoccupazione in 11 mesi del 2009" Il calcolo si ottiene sommando le richieste di assegno di disoccupazione arrivate all'Inps via nazionale: senza lavoro oltre al soglia del 10%, 2,6 milioni di "non impiegati" Bankitalia: "Aumentano i disoccupati" Ma il ministro Sacconi contesta i dati "I consumi subiranno la riduzione del potere d'acquisto, redditi nominali in ristagno da 15 anni" Pressione tributaria che supera il 47%. Tasse, per pagare il Fisco lavoriamo quattro ore al giorno La libertà tributaria quest'anno slitta dal 22 al 23 giugno MA IL REDDITO DISPONIBILE dei contribuenti è in AUMENTO |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-01-18
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-01-18 lo stato delle richieste di indennità Cgil: "Oltre 1,7 milioni di domande di disoccupazione in 11 mesi del 2009" Il calcolo si ottiene sommando le richieste di assegno di disoccupazione arrivate all'Inps * NOTIZIE CORRELATE * Bankitalia: "Aumentano i disoccupati". Ma il ministro Sacconi contesta i dati (15 gennaio 2010) Una manifestazione dei lavoratori dell'Italtel davanti ad una delle sedi del Gruppo in via del Corso a Roma (Ansa) Una manifestazione dei lavoratori dell'Italtel davanti ad una delle sedi del Gruppo in via del Corso a Roma (Ansa) MILANO - Oltre 1,7 milioni solo di domande di disoccupazione: a tanto ammonta, secondo le stime della Cgil, lo stato delle richieste di indennità a fine 2009. Più in particolare, calcola la Cgil, le domande di disoccupazione nei primi undici mesi del 2009 sono state 1.765.922. LA SOMMA - Il calcolo dell'organizzazione sindacale si ottiene sommando le 114.000 richieste di assegno di disoccupazione arrivate all'Inps a novembre scorso, le 999.922 richieste dei primi 10 mesi del 2009 e le 652.000 domande di disoccupazione con requisiti ridotti. FAMMONI - I dati sulle domande di disoccupazione sono "allarmanti" perchè sono "un numero altissimo, che cresce a un ritmo vertiginoso", e perché danno "la dimensione delle difficoltà che dovremo affrontare nel 2010". Lo dice all'Ansa il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che ha elaborato i calcoli sulle domande di disoccupazione. Per Fammoni, tuttavia, questi dati, se pure "parlano chiaro", non dicono tutto. "Com'è noto l'indennità di disoccupazione ordinaria dura 8 mesi per chi ha meno di 50 anni e 12 mesi per tutti gli altri: adesso occorre sapere con certezza quante delle 390.000 persone che hanno presentato domanda nei primi 4 mesi del 2009 hanno esaurito o stanno per finire il periodo di disoccupazione senza ritrovare un lavoro, e quante sono quelle in scadenza nei mesi successivi". Questi dati, conclude il segretario della Cgil, "esistono, devono essere resi pubblici e sono un elemento essenziale delle decisioni da prendere per tutelare il lavoro, a partire dalla nostra proposta di prolungamento dell'indennità di disoccupazione". (Fonte: Ansa) 16 gennaio 2010
via nazionale: senza lavoro oltre al soglia del 10%, 2,6 milioni di "non impiegati" Bankitalia: "Aumentano i disoccupati" Ma il ministro Sacconi contesta i dati "I consumi subiranno la riduzione del potere d'acquisto, redditi nominali in ristagno da 15 anni" Il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (Eidon) Il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (Eidon) MILANO - Un quadro fosco dell'economia italiana tracciato da Bankitalia nel suo ultimo bollettino, quello di gennaio. Che fa arrabbiare il ministro del Lavoro Sacconi. La crisi, secondo Bankitalia, colpisce pesantemente il mercato del lavoro, in cui circa 2,6 milioni di persone sono "non impiegate", tra disoccupati, lavoratori in cassa integrazione (Cig) e "scoraggiati". Per via Nazionale nel secondo trimestre del 2009, "sommando i lavoratori in Cig e gli scoraggiati ai disoccupati, il numero di persone non impiegate, ma potenzialmente impiegabili, nel processo produttivo" raggiunge quota 2,6 milioni circa. E solo nel secondo trimestre 2008, subito prima del crack di Lehman Brothers, questa cifra era pari a 2 milioni. A novembre, spiega Via Nazionale, "il tasso di disoccupazione è salito all’8,3%, 2,4 punti in più rispetto al minimo dell’aprile del 2007". Ma "per valutare compiutamente il grado di utilizzo della forza lavoro disponibile, ai disoccupati vanno aggiunti i lavoratori in cassa integrazione guadagni e le persone scoraggiate, ovvero coloro che non cercano attivamente un impiego e sono quindi esclusi dal conteggio ufficiale dei disoccupati, pur avendo una probabilità di trovarlo analoga a quella di questi ultimi. Stimiamo - sottolineano i ricercatori di Bankitalia - che, in questo concetto ampio, nel secondo trimestre del 2009 la quota di forza lavoro inutilizzata sia risultata superiore al 10% (10,2%), quasi 3 punti percentuali in più del tasso di disoccupazione (7,4%)". SACCONI - Ma il ministro del Lavoro contesta il metodo con cui sono stati conteggiati i disoccupati: "Sommare, come fanno solo la Cgil e il Servizio Studi della banca d'Italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti "scoraggiati" è un'operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri Paesi ove ci si attiene all'autorità statistica". Lo scrive il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi aggiungendo come "ciò significa peraltro negare quell'effetto della politica di governo, concertata con le parti sociali, per cui in una crisi globale della domanda si è voluta conservare la base produttiva e occupazionale, attraverso la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, rispetto a possibili processi di deindustrializzazione o frettolose espulsioni della manodopera". "È stato lo stesso Governatore della Banca d'Italia - prosegue il ministro - peraltro ad apprezzare questa scelta in piu" occasioni. Porre una questione così artificiosa alimenta solo la sfiducia, l'incertezza e la confusione nel momento in cui è essenziale garantire la corretta percezione della dimensione della crisi a partire da quella sociale. Istituzioni e attori sociali dovrebbero fare riferimento ai dati dell'Istituto a ciò preposto, l'Istat, le cui statistiche sono parte integrante del sistema europeo Eurostat, che permette il raffronto con i numeri degli altri Paesi. Questi numeri dicono che il tasso di disoccupazione in Italia era al 7,4 per cento nel secondo trimestre e all'8,3 per cento nel mese di novembre, ben al di sotto delle percentuali due cifre della media europea". RECESSIONE - Ma polemiche a parte, per fortuna l’Italia, secondo Bankitalia, sta uscendo dalla recessione, ma la ripresa dell’economia nel prossimo biennio sarà debole, con una forte incertezza legata all’andamento della domanda mondiale e alla debolezza del mercato del lavoro, sottolinea ancora Bankitalia, secondo cui il Pil - dopo un drastico calo del 4,8% l’anno scorso - aumenterà dello 0,7% quest’anno e "accelererà" all’1% nel 2011. Previsioni che per il 2010 sono in linea con quelle indicate dal governo a settembre (+0,7%), mentre per il prossimo anno sono più pessimistiche rispetto alle stime dell’esecutivo (+2%). CONSUMI - La dinamica dei consumi e degli investimenti privati in italia, sempre secondo Bankitalia, è rimasta "fiacca" anche nell'ultimo trimestre del 2009, con il potere d'acquisto vittima di un "ristagno quindicennale". Per via Nazionale: "Al netto della spesa in beni durevoli, per buona parte sostenuto dagli incentivi alla rottamazione dei veicoli più inquinanti, i consumi delle famiglie continuerebbero a subire il freno della forte riduzione del potere d'acquisto". A intaccare il potere d'acquisto delle famiglie - secondo Bankitalia - sarebbe il calo dei redditi nominali, in presenza di un'inflazione "molto contenuta". Una flessione - quella del reddito disponibile reale degli italiani - che "aggrava un ristagno quindicennale, senza riscontro negli altri principali paesi dell'euro". DEBITO PUBBLICO - Per Bankitalia inoltre nel 2009 la situazione dei conti pubblici "è peggiorata", con un deficit-Pil che nel 2009 dovrebbe essersi attestato a 5,3%. I ricercatori di via Nazionale spiegano che nel 2009 "l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche dovrebbe avere superato il 5%", dal 2,7% dell’anno prima, un aumento però "significativamente inferiore a quello atteso per l’area dell’euro". L’incidenza del debito pubblico sul Pil, invece, crescerebbe di circa 10 punti. "Gli effetti - aggiunge Palazzo Koch - sul disavanzo pubblico del peggioramento del quadro congiunturale sono stati attenuati dalla flessione della spesa per interessi. Gli interventi volti a ridurre i costi sociali della crisi e a sostenere la domanda, complessivamente stimati nell’ordine di un punto percentuale del prodotto, hanno trovato copertura in riduzioni di precedenti stanziamenti e con l’introduzione di imposte sostitutive una tantum". Redazione online 15 gennaio 2010(ultima modifica: 16 gennaio 2010)
MA IL REDDITO DISPONIBILE dei contribuenti è in AUMENTO Tasse, per pagare il Fisco lavoriamo quattro ore al giorno La libertà tributaria quest'anno slitta dal 22 al 23 giugno * NOTIZIE CORRELATE * Così il budget di due famiglie tipo * Un giorno di tasse minuto per minuto Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a Porta a porta (Newpress) Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a Porta a porta (Newpress) Il Fisco? Aspettando la riforma, per gran parte del 2010 continuerà a camminarci fianco a fianco. E sembra difficile scrollarcelo di dosso perché i conti pubblici non sembrano consentire il tanto atteso taglio delle tasse. Nel 2010 un impiegato di buon livello con moglie e figlio a carico dovrà lavorare un giorno in più per pagare tasse e contributi. Il "Tax Freedom Day", il giorno della liberazione fiscale slitta, infatti, al 23 giugno, mentre nel 2009 la campanella era suonata il 22 giugno. La corvée fiscale del 2010 durerà, quindi, 173 interminabili giornate, pari a una pressione tributaria che supera il 47%. È quasi un record storico di questa classifica (negativa) che il Corriere stila dal 1990. Solo nel 2000 era andata peggio. NOSTALGIA - Vent’anni dopo la prima elaborazione non si può non provare nostalgia per il 1990 quando già dall’8 giugno si poteva cominciare a lavorare per se stessi e per la propria famiglia perché l’appetito del fisco era già stato ampiamente sfamato. Da allora la strada è quasi sempre stata in salita, con qualche temporanea discesa. Il decennio che si è appena chiuso non è certo da ricordare visto che il Tax Freedom Day è rimasto stabilmente tra il 20 e il 23 giugno. Speriamo, quindi, nel prossimo. Non può sorridere nemmeno l'altro contribuente che CorrierEconomia, con l'aiuto dell’Ufficio studi dell’Associazione artigiani di Mestre, utilizza per calcolare il giorno della liberazione fiscale. È un operaio che guadagna 22.753 euro e che si libererà dal giogo delle tasse prima dell’impiegato, il 5 maggio, sempre, però, con 24 ore di ritardo sul 2009. In salita IN SALITA - La pressione tributaria, insomma, è aumentata ulteriormente, anche se non ci sono state modifiche peggiorative nel nostro sistema tributario. Lo spostamento in avanti del "Tax Freedom Day" è quasi tutto imputabile, infatti, alla progressività delle imposte sui redditi: la retribuzione è salita (+3,1% sul 2009), ma è aumentata anche l'incidenza dell’Irpef perché gli aumenti in busta paga vengono tassati tutti con l’aliquota marginale, la più elevata (il 27% per l’operaio, il 38% per l’impiegato). Facendo così salire l’aliquota media: dal 24,3% al 24,9% per l'impiegato, dall’11,2% all’11,8% per l’operaio. Lo spostamento in avanti del giorno di liberazione fiscale è un fatto fisiologico in assenza di una manutenzione dell’Irpef che tenga conto dell’inflazione aggiornando i vari scaglioni e l’importo delle detrazioni. TENORE DI VITA - Si pagheranno maggiori tasse. Ma questo non vuol dire automaticamente che gli italiani stiano peggio di un anno fa. Al netto del prelievo fiscale, infatti, c’è un lieve aumento del reddito disponibile perché le retribuzioni saliranno più dei prezzi, almeno secondo le statistiche ufficiali (+1,5% in base alla relazione previsionale e programmata del governo) sulle quali si basa la nostra elaborazione. Così, dopo aver pagato tutte le imposte, e sostenuto la spesa per mantenere la propria famiglia, il reddito disponibile aumenta rispettivamente di 179 euro per l'operaio e di 226 euro per l'impiegato. Italiani un po’ più ricchi. Ma purtroppo anche il Fisco incrementerà il suo bottino. Nel calcolare il "Tax Freedom Day" del 2010, è stato rifatto il bilancio 2009 tenendo conto dei dati definitivi, e non di quelli previsionali utilizzati un anno fa. E qui le cose sono andate meglio del previsto. A consuntivo, nel 2009 si è lavorato per il fisco un giorno in meno rispetto a quanto preventivato a inizio anno: la campanella della liberazione fiscale è suonata il 22 giugno per l’impiegato e il 4 maggio per l’operaio, invece del 23 giugno e del 5 maggio. Il miglioramento è dovuto a due fattori: le retribuzioni medie sono aumentate leggermente di più rispetto alle previsioni (3,5% contro il 3,4%). Ma il contributo maggiore è dovuto alla frenata dell’inflazione: nel 2009 i prezzi sono cresciuti dello 0,8%, le stime davano un +2%. Gli stipendi sono stati aumentati del 3,1%. L’inflazione è stimata all’1,5%. I due contribuenti risiedono in Lombardia. L'addizionale comunale è quella media: 0,348%. GLI AUSPICI - Il 2010, insomma, non è iniziato bene, ma potrebbe continuare meglio se verrà varato almeno un anticipo di riforma fiscale. Anche se il sistema delle due aliquote appare difficile da applicare basterebbe tornare alla curva Irpef degli anni 2001/2006 per sentirsi un po’ più liberi. A patto, però, che non aumentino le imposte sui consumi, l’Iva in particolare, per compensare in parte il taglio dell’Irpef. Le imposte sui consumi incidono, infatti, in misura consistente sul budget familiare: per pagarle nel 2010 bisogna faticare per 53 giorni. Lavorare meno per l’Irpef e di più per l’Iva non sembra essere un grande affare. Massimo Fracaro e Andrea Vavolo 18 gennaio 2010 |
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